Musica

Lame, fiori e altro con Rose Villain

Addentriamoci nell’universo di ombre e luci pennellato da Rose Villain con Radio Sakura, sequel di Radio Gotham.


«CATTIVO PENSIERO! A CUCCIA!»

Lame, fiori e altro con Rose Villain

«La maggior parte degli uomini non vuole nuotare prima di saper nuotare. Spiritosa, vero? Certo che non vogliono nuotare. Sono nati per la terra, non per l’acqua. E naturalmente non vogliono pensare: infatti sono nati per la vita, non per il pensiero. Già, e chi pensa, chi concentra la vita nel pensiero può andare molto avanti, è vero, ma ha scambiato la terra con l’acqua e a un certo momento affogherà» (H. Hesse).

Con questa citazione possiamo addentrarci nell’universo di ombre e luci pennellato da Rose Villain. Di recente ha pubblicato il suo ultimo album, Radio Sakura, sequel di Radio Gotham. Ci sembra che i vari testi di ogni canzone racchiudano provocazioni interessanti per il nostro oggi. Sono canzoni polari: buio e luce, notte e giorno, morte e vita, tristezza e gioia. Un’apparente contraddizione che anima in realtà le profondità del nostro cuore. Del cuore di chiunque. Tuttavia,ci sembra che la provocazione più interessante sia proprio il tema dei pensieri. Siamo incarcerati inpensieri-prigioni, per la maggior parte delle volte soffocanti. In ogni caso, sono pensieri che ci allontanano dalla realtà… E il brano di Hesse ci descrive chiaramente il rischio che si corre a trasferirsi nella propria testa e nella propria immaginazione. Ma come mai fuggire nella propria testa? O comunque come mai avvertire una forza così irresistibile nei nostri pensieri?

Il problema dei pensieri

Radio Gotham lo descrive in modo molto chiaro: spesso la vita viene avvolta dal buio più completo. E allora il buio ci entra dentro. E può intossicarmi.

C'ho un caos qua dentro
Il sole si è spento
Lo sai, baby, ho venduto l'anima
Per alleviare il tormento.
1

 

Una strategia ai tormenti della vita (Rose ha perso la madre che era ragazzina) è scivolare dalla parte della notte e lì provare a conviverci e, chissà, forse a diventare qualcuno. È proprio la storia di Batman: eroe, ma nell’ombra. Il tragico dell’esistenza mette in ginocchio tutto di noi: Che ci faccio al mondo?2 Non è facile… alcune cose poi si sedimentano e tornano a spaventarci: possiamo dire che le ombre della nostra vita sono davvero un’ombra. Non si scollano mai da noi. E più c’è sole, più l’ombra si allunga… Ecco perché a volte sembra che farci pace sia la soluzione. Firmare un armistizio con le notti del nostro cuore, dopo che la vita è passata a devastare, ci sembra la cosa migliore. Anche se dentro soffriamo. A volte, poi, ci accomodiamo nel nostro dolore. Non avere più paura dei fantasmi e fai come me/Se vengono a trovarmi non mi sento sola.3 Tuttavia, la stessa Rose si accorge che non ci si può accontentare di fare amicizia con i propri fantasmi. Con le proprie morti. Perché il problema è proprio la dittatura dei pensieri sulla vita.

Lo sviluppo in Radio Sakura

La svolta la troviamo in Radio Sakura. Già le vibes del disco sono ben diverse. E anche il tema si apre a una speranza di uscire dalla sindrome di Batman. Il titolo è molto interessante: sakura, in giapponese, significa “fiori di ciliegio”. Nella cultura nipponica, questi fiori hanno significati paradossali: morte e vita, bellezza e violenza, transitorietà ed eternità (un po’ come la nostra cantante). Potremmo dire che i sakura sono la sintesi di come Rose vede la vita. Uno sbocciare contraddittorio.

La prima traccia ha un sapore diverso dall’album precedente: Hattori Hanzo è un personaggio storico ripreso anche dal film di Tarantino, Kill Bill vol.1. È un samurai e maestro di spade: colui che darà la sua migliore lama a Black Mamba per poter combattere. Un indizio chiaro: si combatte. I pensieri vanno combattuti. I pensieri in testa sono delle lamette4: per questo Rose, con la sua musica risponde al dramma che la lacera dentro di sé: Nuova vita, nuovo inizio/Con questa penna fendo come uno spadaccino5. La musica insomma è la lama di Hanzo che farà vendetta delle lamette che le stanno tagliuzzando il cuore e la mente. Ecco gli affascinanti e, allo stesso tempo, tremendi testi di Brutti Pensieri e di Trasparente. Sono le canzoni più intime di Rose, che descrivono con lucidità il dramma che ha nidificato in lei da ormai molto tempo: questi brutti pensieri che inquinano la vista rivolta al mondo e a se stessa.

Non ho più niente da perdere

Neanche il male fa più male

Chiudo i miei pensieri in carcere

Non so più dov'è la chiave6.

 

Il dramma di sentirsi invisibili agli occhi degli altri e del mondo nasce da questo pozzo profondo dentro di noi. Una sensazione di chiusura, che non mi fa più gustare ciò che la vita mi dà. Di fatto non vedo bene. Non vivo bene. Perché vivo da un’altra parte: nel carcere dei miei pensieri. E questi pensieri, che diventano a tutti gli effetti miei coinquilini, mi intasano il cuore: Sento il fischio del treno, che faccio mi butto?/ Potrei fare come Kurt e spararmi in bocca/Mi specchio nell'acqua riflessa da un ponte7. La cosa veramente drammatica è che molti (troppi!) giovani pensano e si dicono cose del genere. Un azzardo fare una canzone del genere? Forse. Forse però Rose ha colto nel segno il dramma di tante persone che si sentono affogare nel mare di pensieri e problemi. E il dramma si consuma quando dirsi Facevo solo brutti pensieri8 non ci convince più di tanto.

 

Qui sta il punto di rottura. Qui la primavera rompe il bocciolo e fa fuoriuscire il germoglio di ciliegio. Qui sta il combattimento. E Rose si aggrappa ad alcune speranze. Sì, perché è il non-senso che congela in un inverno infinito l’esistenza. Invece bisogna continuare a combattere per la primavera che scioglierà i ghiacciai del cuore. È il desiderio che infiamma Rose:

Vorrei sentire cosa si prova

Ad esser felice anche per un'ora

E poter brillare in mezzo alla gente9.

La soluzione, quindi, è una buona dose d’amore.

Ma io adesso inizio a urlare

Nessuno si preoccupa per me

E sai che c'è? Lo farò io

Non ho bisogno del vostro amore

Perché tanto ho il mio10.

Amarsi dovrebbe permettere a rendere la nostra esistenza accettabile. Amarsi dovrebbe permettere di rendere il carcere dei miei pensieri un posto accogliente. Devo sapermi amare e non disprezzarmi. Volersi bene e abbracciarsi, per tenere insieme i pezzi della mia vita. Il combattimento permesso da Hanzo, dovrebbe quindi svolgersi nel coraggio di amarsi. Ma ci basta così? Huh?11

Il combattimento interiore

A questo punto ci permettiamo (Rose ci dai il permesso?) di sviluppare una riflessione differente, discostandoci da quest’ultima soluzione. Se è vero che una sana dose di amore verso se stessi facomunque bene e al giorno d’oggi è importante, crediamo che non sia qui il nocciolo della questione. Non è qui il terreno di scontro. Crediamo di doverci spostare su un altro terreno per veder fiorire il ciliegio. Tentiamo quindi di portare a casa due riflessioni, per poter andare in aiuto a chi come Rose (probabilmente un po’ tutti) si trova incarcerato tra brutti pensieri e cerca di barcamenarsi.

Innanzitutto l’intuizione del combattimento è preziosissima e più che mai urgente. La canzone Graffiti ci aiuta a inquadrare la questione.

Graffiti sui pensieri

Graffiti i miei problemi

Graffiti sopra i treni

Graffiti che m'hanno imbrattato l'anima, indelebili.12

L’immagine è davvero interessante. Ciò che ci fa male lascia il segno. Sia esso pensiero, o sia esso un problema che incontro. A volte questi segni sono persino indelebili. È proprio così. Ciò in cui ci imbattiamo è come un writer che dentro di noi lascia una traccia, più o meno bella, più o meno brutta. E il combattimento dove si svolge? Lottiamo contro i pensieri cattivi che vorrebbero insudiciarci il cuore e lottiamo contro la disperazione nel vedere segni già presenti nella nostra vita. Gli antichi monaci usavano questa bella espressione: “metti un portinaio alla porta del tuo cuore”.Così da capire: questo è un pensiero buono o un pensiero cattivo? Non tutti i pensieri che mi balzano in testa meritano cittadinanza in me. Non posso evitarli, ma posso non ascoltarli e posso combatterli perché mi lascino in pace. Ecco perché il primo combattimento dovrebbe essere il tentativo di non lasciare a questi writer interiori di rovinarmi l’anima. È una lotta! O crediamo che tutto sia automatico? «Fuggire ed evitare tali lotte, infatti non è segno di una debolezza patologica, ma di un uomo senza arte, vile e disertore» (G. Bunge). Dovremmo iniziare a entrare nella logica che a volte siamo troppo vittime di noi stessi! Da qui riprendere coraggio! Renderci conto di essere sempre in guerra, per non lasciare il governo del cuore a pensieri tossici e cattivi. Ci vuole un cuore solido! Una spina dorsale interiore! Ed è alla portata di tutti. Proprio così: di tutti. Allora quando brutti pensieri ci assediano, non abbattiamoci. Tutt’altro! Non è un problema: vuol dire che devo sguainare la mia Hattori Hanzo e combattere! E il combattimento contro questi pensieri a volte è aggressivo e a volte lascia semplicemente che il pensiero blateri, senza dargli peso. Non basta. A volte alcuni pensieri cattivi o alcuni eventi hanno già lasciato i loro avanzi in giro dentro di noi, o ci hanno già fatto a pezzi: a questo punto la lotta è nel saper ripartire! I palazzi del mio cuore, benché rovinati, imbrattati o a pezzi, non devono portarmi alla disperazione. Qui sta il sugo del discorso. La fede cristiana lo dice chiaramente: i cattivi pensieri vengono dal Nemico. E il suo obbiettivo èfarci disperare: «Il peccato contro la speranza – il più mortale di tutti – è forse il meglio accolto, il più accarezzato. C’è bisogno di molto tempo per riconoscerlo, e la tristezza che lo annuncia e lo precede è così dolce! È il più ricco degli elisir del demonio, la sua ambrosia» (G. Bernanos). Combattiamo per non cascarci… Il pensiero buono, che viene da Dio, è: ricomincio. Ogni dannata volta, se serve. Ma mi rialzo. So che una Mano è sempre tesa per aiutarmi, anche quando non ne vedo.

«L’Io si rafforza quanto più si spende»

L’ultima riflessione che ci sembra di portare a casa, è che l’amore verso noi stessi non basta ed è troppo nebuloso. La stessa Rose ce lo fa capire. E, diciamocelo, possiamo sottoscrivere tutti. Ci si dice àmati!, ma chi di noi può dire di viverlo veramente? Chi riesce a volersi bene veramente? Amarsi è complicato. Ed ogni volta che ci deludiamo e falliamo questo amore crolla… non è affidabile. E nemmeno ci nutre veramente. Anzi, a volte ci tiene troppo chiusi dentro noi stessi. Un amore non sano verso se stessi, infatti, è spesso il carceriere della nostra prigione di pensieri. Amarmi chiede di guardarmi addosso continuamente: e questo può essere tremendo! Più mi guardo e più sono triste. Allora ci permettiamo di prendere Trasparente e tradurla diversamente. C’è una bella intuizione che vogliamo sviluppare: Giuro che non starò immobile/Mentre tutti intorno ballano/Vorrei poter brillare in mezzo alla gente.13 Sì perché l’amore che ci salva e che ci guarisce è quello che ci mette in moto, in movimento, che ci porta a brillare. Amare ci fa alzare lo sguardo da noi stessi. Amare è un guardare bene gli altri attorno a me e il mondo attorno a me. Amare gli altri. Rimboccarsi le maniche per gli altri. Agire. Qui sta il segreto. Qui si rompono e si infrangono i brutti pensieri che nemmeno un retorico amore verso se stessi riesce a silenziare! C’è una legge della vita espressa da un filosofo francese: «l’Io si rafforza quanto più si spende» e quanto «più si spende, più si possiede» (M. Blondel). Spendersi, invece che risparmiare finché non mi sento a posto! Dobbiamo iniziare a cambiare mentalità. L’amore per gli altri non è fatto di ciò che avanza dall’amore di me stesso! È l’amore che mi getta verso gli altri che mi fa scoprire (come effetto collaterale, non come obbiettivo) che non sono da buttare. Non devo attendere che le circostanze o le mie disposizioni emotive siano a posto o adatte per darmi da fare e per sentirmi meglio… Il darmi da fare mi forma! L’amare forgia la mia anima! L’agire fa fiorire il mio cuore! Allora il segreto non è preoccuparmi se io sono trasparente, ma fare di tutto perché nessuno sia trasparente. Brillare, non per sentirmi luminoso, ma per illuminare vite che navigano nel buio. Agire per il bene, volere il bene… Questo deve diventare il linguaggio della mia vita. E pensa: scoprirai che non sei poi così scorfano o scorfana! Quel bimbo ferito, ora sorride: con quello che sono ho potuto ravvivare una vita che si stava spegnendo! E ti pare poco? Allora vedrai che i pensieri, anche se si faranno agguerriti, rimarranno in sottofondo, come una radio al supermercato. Perché sarai sbilanciato sulla ruvida realtà che ti chiede risposta. Sarai ben radicato nella “vita reale” che chiede amore. La realtà è più forte dei pensieri. E merita più attenzione. Ogni volta che ti perdi nei pensieri, rimboccati le maniche e agisci! C’è del bene che puoi fare: sempre! Perché c’è più gioia nel dare che nel ricevere ed è perdendosi per gli altri che ci ritroviamo: non il contrario. In te c’è qualcosa che è destinato agli altri e non a te stesso: non far morire di sete o di fame chi attende il bene che è in te. Questo è l’amore. L’amore vive e fruttifica se viene seminato. Se lo tieni per te, ammuffisce. Il ciliegio fiorisce per gli altri, non per se stesso. Il bocciolo per sbocciare si rompe e quando si rompe si fa male. Ma il fiore che nasce è vita vera per il bene di altri. Gli inverni della vita sono occasione per tornare a sbocciare. Perché la nostra vita è fatta per fiorire. Ne va di noi, ne va degli altri. Non manchiamo l’appuntamento!

Conclusione

Un’ultima nota. E la facciamo a partire dal brano conclusivo: Milano almeno tu. È una dedica alle proprie radici milanesi. Parlami ancora un po'/Solo tu sai chi sono14. Le nostre origini dicono molto di noi: sono “casa”. E lo saranno sempre… Ma qual è casa nostra? Qual è la nostra Milano? La casa del Padre misericordioso. La casa dove vive un Dio che ci attende sulla terrazza. Quella casa dove siamo sempre accolti, anche quando ce ne siamo andati con rabbia, con fastidio… le porte non sono mai chiuse. Anzi: troverò braccia aperte pronte sempre ad abbracciarmi. Lì, tra le braccia di Dio mi ricordo ogni volta chi sono: non un trasparente, o una mina vagante di brutti pensieri, o un agglomerato di buio e tenebre… sono un figlio sempre amato. Un fiore ben curato. Ogni tanto dovremmo ricordarci di tornare a casa. In Quella casa. Lì troviamo la forza per combattere. Nuova vita, nuovo inizio15. È l’unico terreno per amare e fiorire: dove siamo veramente amati. Non avrò paura dei gelidi pensieri cupi, del vento sferzante della vita o delle lunghe notti dei momenti difficili. Non mi muovo dal posto pensato per me. Anzi: mi darò da fare. Aspetterò la primavera e tu con me16 buon Dio. È l’augurio che ci facciamo. A noi. A Rose. A tutti.

 

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1 Dalle ombre

2 Due facce, feat. Tedua. 

3 Fantasmi, feat. Geolier.  

4 Lamette, feat. Salmo. 

5 Hattori Hanzo, feat. Madame. 

6 Trasparente

7 Brutti Pensieri, feat. Thasup. 

8 Brutti Pensieri, feat. Thasup. 

9 Trasparente

10 Trasparente.  

11 Huh?

12 Graffiti, feat. Bresh.  

13 Trasparente

14 Milano almeno tu.  

15 Hattori Hanzo, feat. Madame. 

16 Hattori Hanzo, feat. Madame.  

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Articolo di Michele Reolon

 

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